giovedì 13 dicembre 2012

Coppa Italia

La Coppa Italia è inutile, la Coppa Italia è buona per far giocare le riserve.. Tante troppe volte ormai la Coppa nazionale è stata bistrattata e relegata ai margini. Stadi ancora più vuoti che in campionato orari delle partite improponibili solo per esigenza televisiva..
Allora provo a dire la mia, a lanciare la mia proposta di restyling.
Bene l'idea del turno unico, senza andata e ritorno, ma bisognerebbe portare oltre a questo tutte le partite in contemporanea, anche alla sera perchè no, al mercoledì come se fosse il turno infrasettimanale di campionato. Basta turni spezzatino con gare spalmate su due settimane. Si usino piuttosto le due settimane per giocare eventuali gare di ritorno se la prima partita termina in parità.
Allargare la base coinvolgendo d'obbligo tutti i club della lega pro e tutti i club retrocessi dalla Lega Pro o arrivati ai playoff del campionato di serie D, si coinvolgerebbero più squadre e si allargherebbe l'interesse. Allargare la base d'iscrizione anche ai club che hanno vinto la rispettiva coppa regionale di Eccellenza l'anno prima. Ci sarebbe il problema della preparazione, ma facciam partire la coppa anzichè ad agosto a settembre, a tornei iniziati, e il problema preparazione non si pone. Accogliere come ospite d'onore ogni anno il Vado, la formazione che per prima alzò il torneo, utilizzare una sorta di Codice Etico, escludendo quelle formazioni che l'anno prima hanno avuto penalità in campionato. Togliere infine il monopolio della coppa alla Rai. Le loro telecronache sono al limite della sonnolenza, la loro pianificazione per le dirette tv fa pena, mi domando quanti abbian seguito Chievo-Reggina alle tre del pomeriggio di un mercoledì lavorativo o un Parma-Catania ieri alle 17.30.
Un eventuale turno unico, serale, favorirebbe anche lo spettatore allo stadio, gelo invernale permettendo.


lunedì 3 dicembre 2012

La crisi finanziaria spiegata ai bambini... tedeschi

Curioso ma chiaro articolo che prendo da Internet

HELGA è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte. Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città. Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora. La banca di Helga, rassicurata dal giro d’affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia. Intanto l’Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un’obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond. I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano. Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall’irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre. E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond. Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c’è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite. 
A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi. Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi. Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada. Il prezzo degli Sbornia Bond crolla del 90%. La banca che li ha emessi entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l’attività: niente più prestiti alle aziende. L’attività economica locale si paralizza. Intanto i fornitori di Helga, che in virtù del suo successo, le avevano fornito gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano ora pieni di crediti inesigibili visto che lei non può più pagare. Purtroppo avevano anche investito negli Sbornia Bond, sui quali ora perdono il 90%. Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi fallisce. Il fornitore di vino viene invece acquisito da un’azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza. Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero. Il fornitore di vino viene invece acquisito da un’azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza. Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero. 

Bene, ora potete dilettarvi ad applicare la dinamica degli Sbornia Bond alle cronache di questi giorni, giusto per aver chiaro chi è ubriaco e chi sobrio