Milan-Novara domenica non sarà semplicemente il sipario di una stagione. Sarà il sipario di una generazione. A 38 anni suonati, e dopo un anno e mezzo in panchina per chissà quale congiura astrale, Inzaghi varcherà per l'ultima volta l'ingresso sul campo di San Siro con la maglia rossonera. A seguirlo altri due legionari di lungo corso che hanno fatto la storia recente: Sandro Nesta e Clarence Seedorf.
Per me, della seconda generazione vincente del Milan berlusconiano, troppo piccolo per il Milan degli olandesi, ammirato solo coi filmati d'epoca, si chiude un era e mostra il termine della carriera del più forte centravanti italiano degli ultimi anni, Inzaghi unico giocatore al mondo ad aver segnato in tutte le competizioni internazionali per club, miglior attaccante italiano in Europa con 70 gol secondo solo a Raul.
Troppi ricordi legati a lui che vanno al di la di Atene.
300 (come le gare in maglia rossonera) grazie di cuore.
Dopo anni europei bui, grazie per quei 12 gol che furono la spinta decisiva verso la Champions 2003. La tripletta al Deportivo, il gol al Borussia, ma soprattutto la zampata all'Ajax nei quarti. Roba che ha rivederla oggi mi viene ancora la pelle d'oca.
Grazie per aver resistito anche quando ti davano per finito ed esser tornato più forte nel 2006, dove hai messo lo zampino anche ai mondiali tedeschi.
Grazie per il 2007 e la magica notte di Atene, altro ricordo indelebile e commuovente.
Ma soprattutto, il ricordo più dolce e più bello. Ottobre 2010, Milan-Real. 80.000 voci che ti chiamano, entri e segni una doppietta sotto il settore dov'ero alla partita. Un delirio una cosa pazzesca un estasi che nemmeno il pareggio del Real al 90' ha spento.
Infine 125 volte grazie, come i tuoi gol, per aver reso grande la mia squadra del cuore.