sabato 25 dicembre 2010

La storia si ripete

riporto il post di lacrime di Borghetti.

Era da un po' che ci stavo pensando e l'avevo lasciato sottotraccia, ma dopo il grottesco epilogo arabo di ieri sera mi è apparso chiaro, Benitez sta passando all'Inter lo stesso assurdo calvario che a Brian Clough è toccato sopportare nei suoi mitici quarantaquattro giorni al timone del Leeds United. L'inquietante ed ingombrante figura di José Mourinho, come per Clough fu quella di Don Revie, lo accompagna in ogni passo che muove ad Appiano Gentile, in ogni intervista che rilascia alla stampa, in ogni conversazione con il presidente, in ogni raccomandazione alla squadra, così come il vecchio amore della tua ragazza aleggia nel tuo appartamento, indossa i tuoi vestiti, si sporca le labbra del suo rossetto. Benitez sente, come Clough sentiva, che in tutto il tempo trascorso insieme il suo predecessore è entrato dentro la sua squadra, nella testa e negli scarpini dei suoi giocatori, nei muri degli spogliatoi e nei trofei della bacheca della presidenza, nelle sciarpe dei tifosi e nelle penne dei giornalisti, e sente, come Clough sentiva, che il suo fantasma è ancora lì quando lui arriva al campo, alla sala stampa, nello spogliatoio, lo osserva mentre parla, mentre i giocatori si preparano, mentre la coppa viene sollevata, mentre il presidente gli stringe la mano, e Mourinho per Benitez, come Don Revie per Clough, è un ectoplasma che fa venire voglia di piangere perchè lui, in quella squadra, non è entrato e non entrerà mai in questo modo.
Le dichiarazioni di Benitez a fine partita mi hanno toccato, la candida richiesta di "supporto" appartiene a una narrativa diversa da quella sfrontata di Mourinho, ad una grammatica educata e signorile, ad un'umiltà che conosce bene la linea divisoria con la mancanza di rispetto. La volgarità dell'ambiente interista è lo specchio fedele del nostro paese piccolo-borghese, nervoso e permaloso, è la volgarità di una società che ha abbandonato il suo allenatore ancora prima di cominciare, con le gambe ancora molli per l'orgasmo precedente, è la volgarità di un mondo che preferisce passare una settimana al sole di Sharm el Sheik piuttosto che a passeggio tra le librerie per il Marais, è la volgarità di un personaggio riprovevole come Materazzi che, piccato per non aver giocato (ma perchè avrebbe dovuto giocare?), viene intervistato dopo la partita e si lascia andare a parole di malcelato disprezzo verso l'allenatore, difendendo "la società che li ha portati sul tetto del mondo", così come Billy Bremner aggrediva il povero Clough. E' la volgarità di un giornalismo sportivo che se ne frega della decenza e lancia il sondaggio su chi sarà il prossimo allenatore dell'Inter, dimostrando ancora una volta l'infimo livello della categoria, dimostrando ancora una volta che i giornalisti sportivi scrivono di pesca quando l'unico pesce che hanno visto nella loro vita è quello che gli viene servito al ristorante.
Da piccoli ci insegnano che nella vita l'importante è fare una cosa che ci piace, che ci dia voglia di alzarci la mattina per uscire di casa, ed invece quasi tutti noi siamo finiti risucchiati in un mercato del lavoro che ci disprezza e che noi disprezziamo, dove l'unica cosa che conta è portare a casa le penne, è difenderci dalla vita, dai predecessori e dalle aspettative, dalla volgarità e dalla mancanza di rispetto, dal vicino di scrivania la cui invidia aspetta solo il nostro tonfo, per poterlo indicare con il ditino puntato e la risatina macabra. Per fortuna, ci rimane il senso dell'umorismo, i soffitti alti delle nostre case signorili, le spalle larghe con cui scrollarci tutto questo schifo di dosso, un microfono da cui lanciare un ultimatum al presidente, la dignità. Per quanto mi riguarda, siamo tutti Rafa Benitez, come siamo stati tutti Brian Clough.

venerdì 26 novembre 2010

Piccole verità

Simpson. Stagione 12 episodio 9.
Lo spezzone in cui Homer parla alla scuola elementare sull'importanza della cultura. Alla fine il direttore Skinner chiude la conferenza dicendo: "E da oggi causa tagli scolastici abbiamo eliminato arte,musica ed educazione fisica. Sgombrate in fretta dalla sala tra poco sarà demolita per fare spazio ad un centro commerciale."
Piccolo spaccato di come certe volte un cartone animato rispecchi la vita reale più di un telegiornale. (Basta vedere anche l'episodio Spazzatura tra i Titani per farsi una chiara idea sulla situazione dei rifiuti a Napoli)

Le tribù di Facebook


Guardando il mio profilo e guardando il profilo di alcuni miei contatti, sono arrivato ad abbozzare un principio di teoria su quello che possono essere le tribù che popolano il social network. Immaginiamo (senza troppa fatica) che aprendo la pagina noi siamo in contatto su una finestra. Questa finestra la possiamo usare per guardare o per far guardare. Da qui la prima distinzione. Ci sono gli spettatori e i programmatori. Gli spettatori hanno in genere un numero "basso" di amici aprono facebook per leggere e commentare i post, usare la posta ma dificilmente pubblicano video-post-link in maniera continua.
I programmatori sono invece l'opposto. Sono l'anima attiva, hanno un elevato numero di amici, postano tutto quello che capita loro sottomano di divertente e che possa riguardarli, gli piace ricevere notifiche, discutere, interloquire e portare in primo piano il proprio pensiero o idea.
In mezzo ci sono poi sempre le eccezioni. Una particolare la chiamerei Indipendenti. Sono quegli utenti che pubblicano spesso, ma hanno un numero esiguo di contatti. Per essere così, di nicchia al'interno di un movimento di massa.

lunedì 8 novembre 2010

Triplete


2006-2009-2010
Grandi ragazze

venerdì 5 novembre 2010

Foursquare

L'ultima novità in fatto di socialnetwork è Foursquare. Come facebook anche questo sito funziona in maniera abbastanza semplice e si basa sulla segnalazione del luogo in cui ti trovi al momento arricchendola con considerazioni personali. (sei al bar x e scrivi @bar x a mangiare). Il limite maggiore (ma forse il motivo che lo salverà dal degenero che regna su facebook) è che si può utilizzare soprattutto con smartphone o telefono con accesso ad internet, dal proprio computer di casa o lavoro gli spostamenti segnalabili sono più limitati.
Come riporta anche Wired:
L'uso di Foursquare è estremamente semplice: per ogni luogo visitato si ottiene un punteggio e più i checkin nello stesso posto saranno numerosi, più alte sono le probabilità di diventarne il sindaco. Sia con la classifica a punti, sia con il numero di poltrone conquistate non è ancora chiaro cosa farci. Ma è divertente segnalare la propria posizione agli amici, anche grazie alla condivisione dei propri spostamenti su Facebook o Twitter. Specie se per ogni luogo taggato si lascia un commento, visibile a chiunque passerà dopo di voi: un suggerimento sul piatto tipico o un'informazione utile.
"Il vecchio Conosco il barista, digli che sei mio amico e ti offre da bere oggi passa per Foursquare", continua Tommaso. "Capita così che qualcuno inizi a lanciare qualche piccola iniziativa locale. Inoltre è successo qualche volta che arrivo in un nuovo ristorante e scopro i piatti forti o inizio a scoprire una zona a partire dai suggerimenti dei contatti. Molti pensano che il bello di 4sq sia solo nei badge da sbloccare e nelle cariche da sindaco. L'aspetto ludico è solo un abile stratagemma per popolare il servizio senza sforzo e in maniera divertente".
Ci sono gia tentativi di imitazione, vedremo se la strada di questo programma avrà il successo di Facebook e Twitter o passerà brevemente in secondo piano

venerdì 29 ottobre 2010

MA allora dove finiremo?

Divertente, e per certi versi realistico, post trovato su Facebook.

Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo.Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli - per senso di responsabilità - e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ‘60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo! - Torto, Breve storia di una generazione

giovedì 21 ottobre 2010

Uomini dimenticati. Brian Clough



Brian Clough chi era costui. Credo pochi oggi si ricordino delle gesta di uno dei migliori allenatori degli anni '70. Un Mourinho dell'epoca, capace di miracoli con squadre del calibro di Derby County e Nottingham Forrest. Se sulla parte del Derby e del Leeds la memoria è tenuta viva da un libro (il Maledetto United e dal film girato successivamente) l'impresa compiuta col Nottingham (squadra che oggi gioca in serie C) ha forse un sapore più particolare. Ho trovato il racconto su un sito (lacrime di borghetti) e lo riporto di pari passo.

Olympiastadion di Monaco di Baviera, 30 maggio 1979. Si gioca la finale della Coppa dei Campioni. Il Nottingham Forest di Brian Clough, cenerentola della competizione, affronta il Malmoe della coppia d’attacco Cervin-Kinnvall. Gli spalti sono gremiti di bandiere inglesi. L’attesa è grande. Per tutto il primo tempo i Reds provano a fare la partita, a spingere. Uno sbadato sinistro di Robertson colpisce il palo, strozzando l’esultanza in gola ad una città. Il Malmoe regge, rendendo vana ogni offensiva inglese. Clough, con viso pensieroso e capelli arruffati, borbotta al bordo del campo. Inizia il secondo tempo. Un lampo. Robertson punta la difesa svedese lanciandosi sulla fascia sinistra, arriva sul fondo e butta nel mezzo un cross morbido. I centrali del Malmoe sono scavalcati, sulla palla si avventa Trevor Francis, maglia numero 7. E un gol che scatena un urlo assordante. La piccola città delle Midland Orientali è sul tetto d’Europa. Brian Clough ha fatto il miracolo. Prima il fiato sospeso ai Sedicesimi contro il Liverpool, campione uscente. Poi i trionfi contro AEK e Grasshopper. Infine, l’impresa di Colonia. Dopo la partita con il Malmoe, i Garibaldi - si narra che la maglia color rosso sia in onore del condottiero italiano - strappano il trofeo dalle mani di Kenny Dalglish, scrivendo una pagina di calcio sublime. L’avventura era iniziata un paio di anni prima. Dopo appena 44 giorni dall’ingaggio, Brian Clough, tifoso dell’odiato Derby County, veniva esonerato dal Leeds United e chiamato dal Nottingham Forest, a quel tempo in Seconda Divisione. A febbraio arrivano John Robertson e
Martin O’Neill, la squadra viene rifondata e ringiovanita. Tra gli altri, negli anni successivi vengono ingaggiati anche Peter Shilton, Larry Loyd e Kenny Burns. Un paio di anni di assestamento e, nel 1977, arriva la promozione.
Non basta. Il sogno è appena iniziato. Il neopromosso Nottingham parte bene in First Division. Solamente Everton, Manchester City e Liverpool tengono il passo. Alla fine della stagione la classifica parla chiaro: Nottingham Forest, 64; Liverpool, 57; Everton 55. Maggior numero di vittorie, minor numero di sconfitte e miglior difesa. I Reds sono campioni d’Inghilterra. All’inaspettato trionfo, che porta la squadra al qualificarsi per la Coppa dei Campioni dell'anno successivo, si aggiunge anche una Football League Cup vinta contro il Liverpool. La stagione successiva di First Division è meno dolce. Le 21 reti di Kenny Dalglish sono troppe e il Liverpool si laurea campione. Il Nottingham Forest chiude secondo, a -8 dalla vetta. Il sogno di Monaco di Baviera non lascia, però, spazio a delusioni. Ancora Liverpool nella stagione 1979/80. Secondo il Manchester United. Il Nottingham Forest chiude al quinto posto dietro Ipswich Town ed Arsenal. Capocannoniere Phil Boyer del Southampton. In Coppa dei Campioni, invece, i Reds campioni uscenti amministrano bene il doppio scontro con l’Osters di Ravelli ai Sedicesimi. Agli ottavi nulla possono i romeni dell’Arges Potesti, che incassano 4 reti. A far paura è la Dinamo Berlino ai Quarti. I tedeschi della Stasi si presentano vincendo al City Ground e solo una grande prova dei ragazzi di Clough sulle rive della Sprea regala l’accesso alla Semifinale contro l’Ajax. L’andata è in casa. Il Nottingham parte forte. L’Ajax è schiacciato nella sua area, sguarnito sugli esterni. Corner calciato sul primo palo, Robertson sfiora di testa e mette fuori tempo difesa e portiere avversari. Sul rimpallo si avventa Francis e insacca. Il City Ground è caldissimo, i lancieri sembrano fuori fase. A metà ripresa arriva il raddoppio di Robertson, su rigore. Al ritorno, all’Amsterdam Arena, l’1 a 0 dell’Ajax non è sufficiente. Il Nottingham Forest è in finale contro l’Amburgo, che nel frattempo ha spazzato via il Real Madrid. E proprio al Bernabeu i Reds hanno l’occasione di confermarsi campioni. Clough si affida ai soliti. Shilton tra i pali. Lloyd a guidare la difesa e Anderson a spingere sulla fascia. I mediani sono McGovern e Francis. Davanti, John Robertson. I tedeschi, avendo eliminato il Real con tanta facilità, partono favoriti. Il tranquillo Clough, in panchina con indosso una tuta Adidas da antologia, non si cura dei pronostici. Sa che nel calcio contano poco, a differenza dello stanco tiro di Robertson a metà del primo tempo che porta in vantaggio i Garibaldi. Il resto è affare di Peter Shilton, vero baluardo quel giorno.
Il Nottingham Forest, che fino a tre anni prima marciva in Seconda Divisione, è di nuovo campione. Il gioco della squadra di Clough è dinamico e visionario, terribilmente attuale. La favola è completa del suo lieto fine. Lieto, ma pur sempre un finale. Perché da quella sera in poi, nulla fu più come prima. Qualche finale di Coppa d’Inghilterra vinta ed una Semifinale di Coppa Uefa persa contro l’Anderlecht. Fino all’aprile 1989. A Hillsborough, lo stadio dello Sheffield Wednesday, è in programma la semifinale di FA Cup tra il Forest ed il Liverpool. A Sheffield accorrono migliaia di tifosi per seguire la partita. In molti arrivano in ritardo. L'assalto alla Leppings Lane, la curva destinata ai tifosi del Liverpool, è ingestibile da parte delle forze dell’ordine, in quegli anni nella morsa dell’ossesione hooligans. Il caos aumenta di secondo in secondo e prende forma la più grande tragedia sportiva inglese. Quel pomeriggio, a Hillsborough, persero la vita 96 persone. Più di 700 rimasero ferite. E’ la nebbia degli anni Ottanta e di una partita maledetta. Quel pomeriggio rese necessario il “Rapporto Taylor” ed un cambiamento radicale nel calcio inglese.
Quel pomeriggio segna anche l’inizio del declino dei Reds. Negli anni successivi solamente qualche piazzamento a metà classifica, la retrocessione nel 1993 e l’abbandono di Brian Clough. Sotto la guida del suo successore, Frank Clark, il Forest risale subito e in due anni è di nuovo in Coppa Uefa. Poi una nuova retrocessione ed una nuova risalita con in panchina Dave Bassett. La tremenda altalena non si arresta: ancora una serie di promozioni e retrocessioni negli anni seguenti – tra i vari allenatori, anche David Platt – fino a che, nel 2005, il Forest retrocede dopo 54 anni nella Football League One, diventando il primo club ad aver vinto la Coppa dei Campioni protagonista di una retrocessione fino alla terza divisione del proprio Paese. Oggi alla guida dei Reds c’è Billy Davies. Davanti, il gallese Robert Earnshaw. Sugli spalti del City Ground sale ancora forte l’urlo “Forest till I die / I’m Forest till I die”. Il sogno è sempre quello: battere il Derby County. O, forse, qualcosa di più. La statua di Brian Clough, fuori dal City Ground, ha le braccia al cielo. Accenna un sorriso.

TiltShift



Una tecnica divertente per creare l'illusione di un modellino partendo dalla realtà.

Oltre a photoshop per chi, come me,non è pratico ci son vari siti per poter creare gli stessi effetti. il migliore che ho provato è questo: http://tiltshiftmaker.com/
l'importante è usare foto paesaggistiche, meglio se gia riprese da un angolazione alta in modo da accentuare la riduzione.
Su Flickr esiste invece un gruppo creato apposta per gli amanti del genere: http://www.flickr.com/groups/tiltshiftmaker/
Buon modellismo

mercoledì 13 ottobre 2010

Controlli allo stadio




E adesso continuamo a controllare solo i tappi di bottiglia

lunedì 11 ottobre 2010

I professori italiani e i loro saggi consigli

Capita che una materia sia ostica, che uno studente abbia bisogno di consigli dal docente e che per questo dopo non aver superato l'esame chiedano loro appuntamento.
Questo è il risultato del tentativo di parlare con il docente di paleontologia dell'università di Milano.


At 10.15 04/10/2010, you wrote:
>Buongiorno,
>sono passato la scorsa settimana per vedere il compito di paleontologia-invertebrati. La professoressa Angelini mi ha detto di rivolgermi direttamente a lei per la visione, solo che quando sono passato non c'era. In settimana quando posso passare?
>Grazie,
>Luca Cordini

Il 04/10/10, il professore ha scritto:
io ci sono quasi sempre questa settimana, ma non capisco cosa voglia vedere visto che entrambi gli esemplari sono stati descritti in modo totalmente errato e la parte di sistematica è assolutamente carente in quanto non ha scritto praticamente nulla se non qualche lista di caratteri, che a giudicare dalle descrizioni, non hanno molto significato per lei
at


At 10.18 05/10/2010, alche ho risposto:
ben io invece voglio vederrla proprio per capire cosa ho sbagliato ed inoltre avere un qualche testo di riferimento per poter passare l'esame visto che è gia la terza volta che sostengo questo esame ed il corso l'ho seguito ben due volte e imparare i nomi a memoria a questo punto non serve a niente. passerò giovedì mattina.
grazie


Risposta:mi fa piacere che dopo tre anni abbia capito che studiare dei nomi a memoria non serve a nulla, almemno un risultato l'abbiamo ottenuto!
i testi le sono stati segnalati a lezione e su tutte le guide e avendo seguito il corso ben due volte dovrebbe conoscerli bene.


Dopo tutta questa cordialità sono riuscito a trovare il professore (ovviamente non nel giorno scritto, ovvero giovedì) ma oggi.
Il risultato dopo aver visto il compito è stata un altra carrellata di belle parole tipo:
se non ha capito nula vada al Cepu, le non puo riseguie il laboratorio perchè è un fuori corso. si arrangi.

Complimenti.
E' grazie a gente così che l'università va a rotoli.

sabato 9 ottobre 2010

Anno nuovo, detrazioni vecchie

Anche quest'anno parte la catena di blog per mantenere in vigore le detrazioni fiscali sugli incentivi energetici.

Firma anche tu per prolungare le detrazioni del 55% per i lavori di efficienza energetica
Cosa sono le detrazioni del 55%?
La Finanziaria del 2007 ha introdotto la possibilità di beneficiare di detrazioni d’imposta per chi realizza interventi volti a migliorare l’efficienza energetica della propria residenza. In particolare si può chiedere la restituzione in cinque anni del 55% della spesa sostenuta per riduzione delle dispersioni termiche degli edifici, installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, installazione di caldaie a condensazione e costruzione di nuovi edifici ad altissima efficienza energetica.

Perchè sono importanti per l’ambiente?
Perchè ridurre il consumo di energia è il primo passo per ridurre le emissioni di CO2, prima ancora dell’incentivo alle fonti rinnovabili.
Perchè sono importanti per l’economia?
Perchè hanno permesso di dare impulso ad un settore per la maggior parte composto da piccoli artigiani, favorendo anche l’emersione del nero che spesso è collegato ai lavori di ristrutturazione ed edilizia. Il mancato introito da parte dello stato dovuto alle detrazioni è ampiamente ripagato dal fatto che molti lavori non sarebbero stati realizzati o non sarebbero stati fatturati.
Quando scadono?
Allo stato attuale si può usufruire delle detrazioni solo fino al 31 dicembre 2010. Per prolungarle, e magari farle diventare strutturali è partita una mobilitazione su vari fronti, industriali, associazioni di categoria e anche blogger.
Firmare adesso!
Sul sito lettera aperta al neo ministro per lo sviluppo economico in cui si chiede, alla luce dei risultati fin qui raggiunti dalle detrazioni, di prolungarle al più presto. Primi firmatari sono Giuseppe Civati, Roberto Codazzi, Eugenio Comincini, Leonardo Fiorentini, Marco Lamperti, Letizia Palmisano, Marcello Saponaro.
Incatena il tuo blog
Sul sito si può firmare, se hai un blog ti chiediamo di rilanciare l’iniziativa, copiando questo post e linkando quanti l’hanno già fatto, e di segnalarlo qui sotto nei commenti. Se vuoi puoi anche inserire i nostri banner, e magari inviare a infoATcinquantacinquepercento.it le tue idee e magari le tue esperienze riguardo al miglioramento dell’efficienza energetica di casa tua.

martedì 5 ottobre 2010

Da Domenica a Domenica 7 buoni motivi per uscire



Mammaaaa Escooooo

Ho provato a pensare a qualche motivo primordiale che spinge ad uscire la sera incurante del meteo.
Ecco la mia teoria.
Domenica: Cazzo domani è lunedì, voglio godermi a pieno il weekend quindi esco, torno presto perchè sennò domani sono in coma ma esco.
Lunedì: la prima giornata della settimana è andata, esco così non penso al martedì e agli altri 4 giorni di lavoro che mi restano prima del weekend.
Martedì: il martedì è giorno tranquillo, sei quasi in cima alla settimana, mezza giornata e inizi a sentire il weekend, forse è il giorno ideale per stare a casa, però se c'è qualcosa di interessante si esce lo stesso.
Mercoledì: il giorno di metà settimana, due giorni ed è sabato, si esce per staccare dopo 3 giorni di lavoro e iniziare a pensare al weekend.
Giovedì: è l'anti venerdì, il weekend serale inizia da qui è un po come l'aperitivo, il pre serata, il venerdì sera per i liceali che aspettano il sabato per far tardi la sera, insomma irrinunciabile.
Venerdì: yes Week End!! siamo arrivati alla fine della settimana! Domani è sabato e si dorme si esce.
Sabato: A volte sei più annoiato del venerdì perchè hai passato una giornata a cazzeggio ma la concludi bene uscendo.
Domenica: oh no si ricomincia!

mercoledì 29 settembre 2010

Soffocare. Part2

Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi. E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito.

giovedì 23 settembre 2010

Il buon tacere

«Io vengo dall'Inghilterra e lì i presidenti non parlano tanto. Dopo la gara, come allenatore, posso dire che abbiamo fatto 17 tiri in porta...».
R.Benitez
Invece delle solite polimiche italiane che si susseguono di giornata in giornata, invece dello spezzatino e delle partite alle 12,30 giusto per far contenta la pay tv,
prendiamo nota di queste dichiarazioni e impariamo a tacere dopo le gare. Abbassiamo i toni, non creiamo i soliti alibi, un rigore poteva starci ma se non l'han dato non te lo danno se piangi in tele.
Meno parole più gioco.

venerdì 10 settembre 2010

Soffocare

"Perchè è questo il mondo in cui viviamo. So quello che dico. L'ho fatto quel benedetto esame di ammissione. Ho frequentato medicina abbastanza a lungo da sapere che un neo non è soltanto un neo. Che un semplice mal di testa vuol dire tumore, vuol dire visione sdoppiata, capogiri, vomito e crisi convulsive, sonnolenza, morte. Un minuscolo spasmo muscolare vuol dire idrofobia, vuol dire crampi muscolari, arsura, stato confusionale, salivazione eccessiva e poi convulsioni, coma, morte. L'acne vuol dire cisti ovariche. Una lieve spossatezza vuol dire tubercolosi. Gli occhi arrossati vogliono dire meningite. La sonnolenza è il primo sintomo del tifo. I corpuscoli mobili che vi attraversano il campo visivo nelle giornate di sole vogliono dire che vi si sta staccando la retina. Che state diventando ciechi.
Una sensazione di disorientamento vuol dire che hai un blocco renale, vuol dire che i tuoi reni hanno una disfunzione gravissima. Queste cose le impari ai corsi di Esame Obiettivo, secondo anno di medicina. Le impari, e una volta imparate non c'è modo di tornare indietro.
Beata ignoranza.
Un livido significa cirrosi epatica. Un rutto, cancro colonrettale o esofageo o quanto meno ulcera peptica. "

mercoledì 14 luglio 2010

Heaven and Hell

sugli chef francesi nel paradiso ho i dubbi per la cucina italiana... per il resto.. bè anche se è una nota vecchia può essere sempre valida

Hell is a place where ...

all the police are German;
the British are the chefs;
the Norwegians are the singers;
the French are in charge of organization;
the Australians are the lovers;
the Swiss run the navy;
the Americans are the brewers;
the Belgians put up the signposts;
all the comedians are Swedish;
the only logic is Irish;
the speech therapists are Scottish;
the Ethiopians are in charge of agricultural policy;
the Italians run the armed forces;
the Indians are in charge of birth control;
the tour companies are run by Icelanders;
all the economists are Brazilian;
the Spanish are the road builders;
...and the common language is Dutch;

Heaven is a place where ...

the Germans are in charge of the organization;
all the police are British;
all the environmentalists are Norwegian;
the French are the chefs;
the Swiss are the bankers;
all the salesmen are American;
the Belgians make the chocolate;
the Swedes are the lovers;
all the storytellers are Irish;
all the distillers are Scottish;
the opera singers are Italian;
the Danes are the brewers;
all the spices are provided by Indians;
the fishermen are Icelandic;
all the footballers are Brazilian;
the Spanish run the holiday resorts;
and the Dutch are the merchants.

domenica 13 giugno 2010

Martesana Raiders 2010

Incredibile e non l'avrei mai pensato se anche me l'avessero detto. Dai 4 della prima storica traversata fino ai 30 di oggi. Spettacolare!!
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato e che parteciperanno in futuro continuate così.

Foto dal gruppo di Facebook "Naviglio Martesana Raiders"

a breve i video.

martedì 8 giugno 2010

Sud Africa 2010


Vediamo quanto ci prendo....

domenica 6 giugno 2010

L'Italia che vince


L'Italia è una repubblica fondata sul pallone. Perchè solo la nazionale (renzo bossi permettendo)ci fa sentitre uniti e orgogliosi lontano da tutti i litigi campanilistici.
Per un attimo dimentichiamo il calcio e guardiamo oltre. Guardiamo all'impresa di una donna, prima nella storia a vincere un torneo del Grande Slam nel tennis.
Complimenti Francesca, sorella d'Italia.

venerdì 4 giugno 2010

Amor ch'a nullo amato amar perdona

« Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense."
Queste parole da lor ci fuor porte. »

Evviva Dante, senza aspettar che lo legga Benigni.

giovedì 27 maggio 2010

Wifi


Questa è una perla che dovevo scrivere da un po ma che aggiungo solo ora dopo averne testato per bene tutti gli aspetti.
"La vera utilità del Wifi sul cellulare, non è tanto la connessione in se o il poter aggiornare lo stato di Fb ovunque vuoi, la vera utilità si vede quando vai in bagno e non sei costretto a portarti dietro il giornale. Con pochi click puoi leggere infatti tutte le news comodamente seduto".

domenica 23 maggio 2010

45 anni dopo

45 anni. I numeri parlano da sè. Com'è cambiato il mondo?
1965: Nascono i Doors e Pink Floyd, i Beatles sono all'apice della carriera e ricevono l'onoreficenza di membri dell'impero britannico dalla regina. Andare sulla Luna è un sogno e si parla di progetti. Partono i primi bombardamenti americani sul Vietnam, allora il mondo era diviso in due: i filo americani e i comunisti. Il rischio di guerra fredda era alle porte, il muro di Berlino compiva il suo terzo anno di vita e pensare di poter viaggiare low cost in Europa era pura utopia. L'Unione Europea aveva 6 membri (ora siamo a 27). Maradona aveva 5 anni mentre Pelè era all'apice della sua carriera. Moratti jr. aveva solo 20 anni, un pischellino si direbbe oggi, Mourinho appena 2, mentre tutta la rosa dell'inter non era ancora nata. L'Iran era un'alleato americano (ancora per 13 anni), Aldo Moro era vivo, Provenzano iniziava la sua latitanza, l'Afghanistan non aveva il benchè minimo problema di fondamentalismo islamico, iniziavano a circolare idee nuove sul mondo giovanile, a malapena funzionava la televisione, non esistevano ancora emittenti private, radio libere, sky pay per view e menate varie. La popolazione mondiale era di: 3.334.874 persone. Andreotti era ministro della difesa. Era un periodo di crescita economica e tutti stavano bene.

2010: l'America è ancora in guerra, c'è crisi i paesi rischiano la bancarotta, è arrivato l'euro, l'Africa si appresta ad ospitare il primo mondiale della sua storia, i Beatels sono rimasti in 2, mentre Jim Morrison riposa in pace a Parigi. Il calcio si guarda in streaming su ingternet o in pay tv con la parabola ed il decoder, Internet da servizio militare è necessità di uso comune, Facebook-Twitter-Msn-Mail hanno rivoluzionato la comunicazione, il telefono é senza fili, tascabile e portatile, la musica si ascolta su apparecchi digitali e non analogici, la tele offre l'alata definizione ed il 3d, l'America ha il suo primo presidente nero, i talebani sono una minaccia, dopo esser stati una risorsa, non c'è più guerra fredda ma guerra preventiva. Le Coree sono ancora divise mentre il Vietnam lentamente esce dal conflitto e si apre al mondo. La Jugoslavia e la Cecoslovacchia non esistono più, l'URSS non esiste più e ha partorito Ucraina, Lettonia, Estonia, Lituania,Georgia, Azerbajgian,Armenia, Kazakistan, Kirghizistan,Turkmenistan, Uzbekistan, e al suo interno si combatte per la liberazione dell'Ossezia e della Cecenia. La Cina da minaccia è diventata la maggior potenza ecnomica e nonostante l'oppressione e la negazione dei diritti umani in Tibet e Xinjiang il mondo chiude un occhio e lecca il culo. Oggi il mondo conta circa 6 milardi di persone, un terzo vivono in Cina ed India. Andreotti è senatore a vita.

E nel mezzo?
Bè han costruito le torri gemelle e le han buttate giu, ci son state due guerre del golfo (una ancora in atto), stragi di mafia, è crollato il muro di Berlino, l'uomo è stato sulla Luna, l'Italia ha vinto 2 mondiali ed un Europeo di calcio, il Milan 6 coppe dei Campioni, la Juve 2, Il Cagliari ed il Verona han vinto uno scudetto, la Sampdoria e la Roma son arrivate fino alla finale di Champions, c'è stata Calciopoli, il '68 e la sua rivoluzione culturale, un'attore americano è diventato presidente degli Stati Uniti mentre un ex-culturista governatore della California, son morti Hitchcock, Picasso, Chaplin e Mao Tse Tung.

mercoledì 12 maggio 2010

Barometro

Da Metro del 12 maggio.
Lippi, a parte stranieri e oriundi, ha scelto tutta la Juve. Giusto così, dopo la strepitosa annata bianconera. Poi premio alla carriera ai rossoneri, c'è un signor Rossi, e quello che segna solo nell'Udinese. Rimangono a casa solo quelli troppo bravi. E Legrottaglie, che però l'ha presa come un dono del Signore.

lunedì 10 maggio 2010

LINKöPING

posti improbabili da cui visistano il blog... (per cercare poi cosa boh)
un segnale di meta futura?

LINKöPING

Paragoni

"Dire che Saviano rovina l'immagine dell'Italia parlando della mafia è come dire che Manzoni rovina l'immagine di Milano parlando della peste nei Promessi Sposi." Cit. Crozza

giovedì 15 aprile 2010

Pensieri, Cernusco

Ma con che logica si rifanno le strisce al parcheggio della metro di Cernusco? é un buco, sono anni che nessuno lo sistema riasfaltandolo e anni che invece di sistemarlo come si dovrebbe ( si pensa solo a far strade strette con dossi appuntiti) si rifanno le strisce dei parcheggi. Ma allora cosa serve pagare la sosta del parcheggio se si parcheggia sempre in mezzo ai crateri e ai marciapiedi rotti? Oltretutto al sabato c'è il mercato ed è pieno di gente anziana che rischia tutte le volte di cadere. Però davvero, si sta allineando al modello di strade che si stan sistemando ora a cernusco. scassate, strette coi dossi che anche a 10 km/h rischiano di sputtanare l'auto.. Complimenti.

giovedì 18 marzo 2010

Champions

E' l'anno delle squadre, non dei singoli, 2007 milan-kakà pallone d'oro, 2008 manchester-ronaldo, 2009 barcellona-messi. Quest'anno la vetrina è il mondiale, la Champions può vincerla chi fa squadra chi tiene il gruppo, ecco perchè credo, e dopo la partita di Londra ne sono più convinto, che quest'anno l'Inter ha la seria possibilità di vincere la coppa. Al Milan il campionato e dopo lo striscione di Ambrosini di 3 anni fa credo non ci sia beffa peggiore, ma forse meglio uno scudetto in quel posto dopo anni, che l'ennesimo Zeru Tituli.... Staremo a vedere..


P.S. aggiunto dopo x non fare un nuovo post di due righe. Ma perchè l'Inter si copre poi di ridicolo? Domani poster in regalo sulla Gazzetta degli eroi di Stamford Bridge. Oh non ha vinto un cazzo, solo una partita. Ci son squadre che il poster se lo beccano solo alla vittoria finale. Capito che non è abituata a certe cose, ma un minimo di contegno. E' come 5-6 anni fa quando per manifesta inferiorità nei confronti di altre squadre pubblicarono il dvd del successo in rimonta sulla Sampdoria da 0-2 a 3-2 tra l'85 ed il 90'.. Proprio vero, lo stile è un'altra cosa, appartiene ad altri e non lo acquisisci col tempo tanto meno con una vittoria. Brutta cosa l'invidia cara Inter.
Forza Milan

martedì 16 marzo 2010

The Crow

"Un palazzo viene dato alle fiamme, tutto quello che ne rimane è cenere. Prima pensavo che questo valesse per ogni cosa, famiglie, amici, sentimenti. Ora so che a volte, se l'amore è vero amore, niente può separare due persone fatte per stare insieme."

domenica 21 febbraio 2010

Carnival




Ci sono serate in cui tutto è lecito ed è bello esagerare. Anzi sono fatte apposta!!!
Strepitosa,
grazie a tutti

venerdì 19 febbraio 2010

Montale

Dopo Foscolo, il mio secondo poeta preferito. Non è forse la sua poesia più famosa ma una delle mie preferite, da Ossi di Seppia:

Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case

Pensieri

Addio
monti sorgenti dall'acque- ed elevati al cielo
cime inuguali
note a chi è cresciuto tra voi
e impresse nella sua mente
non meno che l’aspetto de' suoi familiari
torrenti- de' quali si distingue lo scroscio
come il suono delle voci domestiche
ville sparse e biancheggianti sul pendìo
come branchi di pecore pascenti
addio!
Quanto è tristo il passo di chi
cresciuto tra voi
se ne allontana!
cit. Promessi Sposi

Penso che tra un po ci ridurremo a scrivere così:Addio monti dobbiam far spazio ad un grattacielo.. è assurdo il progetto, l'idea, che cancellerà una cascata (sconosciuta ai più ma non a Stendhal) per far posto ad un supermercato (l'ennesimo). Invece succederà davvero, ad Asso, vicino Como, poi ci si lamenta se aumentano le frane, gli smottamenti, i crolli.. Con il consumo di suolo che stiamo facendo è solo una conseguenza, forse la più mite e la meno grave.

domenica 14 febbraio 2010

Treno




Mi piace viaggiare in treno. E' decisamente comodo. Uno parte, si siede, legge, ammira il paesaggio, non trova code non deve prestare attenzione e concentrazione, può alzarsi dal suo posto e sgranchirsi le gambe seenza interrompere la marcia, non si stressa. Uno dei tratti preferiti è la Milano-Viareggio via Genova. Racchiude in sè tutti i paesaggi possibili. Uno parte dal caos della centrale, scorre i binari, i palazzi le fabbriche, il grigiore tutto scorre e cambia nel giro di poco. A Rogoredo senti che hai lasciato definitivamente la città, ti si aprono i campi e i paesini. Arrivi a Pavia, passi il Ticino, scavalchi il Po, campi alberi e vedi il passare delle stagioni. Passi il piemonte, il grigiore di Arquata Scrivia e gli Appennini, le gallerie, il buio. Poi la luce. Genova. anche se piove, Genova è la luce. Perchè dopo il tunnel c'è sempre la luce in fondo. I palazzi e i colori della liguria i teli stesi ad asciugare rallegrano il paesaggio. Una sosta a Principe e senti il profumo del mare, distante solo pochi passi. Si riparte, tunnel, Brignole, tunnel, il mare, Quarto lo scoglio dei Mille, Nervi, il parco le onde, Camogli, Santa Margherita, le cinque terre, gli scorci dei promontori a picco sul Tirreno, il rosso, il giallo delle case, le persiane vedri semi chiuse, una barca in lontananza. La Spezia, il porto, tunnel si sbuca in Toscana. Il caldo la piana coi campi e vicino le Apuane, il bianco del Marmo e riflessi del sole sul mare con le gru del porto in lontananza. Carrara, Massa, Pietrasanta e Viareggio. Fine del viaggio, si scende.

venerdì 12 febbraio 2010

Dai quaderni di Saramago, Haiti

Il giorno di Ognissanti del 1755 Lisbona fu Haiti. La terra tremò quando mancavano pochi minuti alle dieci del mattino. Le chiese erano piene di fedeli, i sermoni e le messe al loro apice… Dopo una prima scossa, la cui magnitudo i geologi oggi calcolano possa aver toccato il nono grado della scala Richter, le repliche, anch’esse di grande potenza distruttiva, durarono ancora l’eternità di due ore e mezza, trasformando l’85% delle costruzioni della città in macerie. Secondo testimoni dell’epoca, l’altezza dell’onda dello tsunami che ne risultò fu di 20 metri, causando 600 vittime tra la moltitudine attratta dall’insolito spettacolo del letto del fiume lastricato di relitti di navi là affondate nel corso del tempo. Gli incendi durarono cinque giorni. I grandi edifici, palazzi, conventi, colmi di ricchezze artistiche, biblioteche, gallerie di dipinti, il teatro dell’opera da poco inaugurato, che, bene o male, avevano resistito ai primi colpi del terremoto, furono divorati dal fuoco. Dei 275 mila abitanti che Lisbona aveva all’epoca, si crede ne siano morti 90 mila. Si racconta che all’inevitabile domanda “E adesso, cosa fare?”, il ministro degli Esteri Sebastião José de Carvalho e Melo, che più tardi fu nominato primo ministro, avrebbe risposto “Sotterrare i morti e prenderci cura dei vivi”. Queste parole, che entrarono subito nella Storia, furono effettivamente pronunciate, ma non da lui. Le disse un ufficiale maggiore dell’esercito, in questo modo spogliato del suo merito, come tante volte succede, a favore di qualcuno più potente.

Sotterrare i suoi cento venti mila, o più, morti è quello che sta facendo adesso Haiti, mentre la comunità internazionale si sforza di prendersi cura dei vivi, nel mezzo del caos e della disorganizzazione multipla di un paese che anche prima del terremoto, da generazioni, già si trovava nello stadio di catastrofe lenta, di calamità permanente. Lisbona è stata ricostruita, anche Haiti lo sarà. La questione, per quanto riguarda Haiti, risiede nel come si deve ricostruire efficacemente la comunità del suo popolo, non solo ridotto alla povertà più estrema ma anche estraneo a un qualsiasi sentimento di coscienza nazionale che gli permetta di raggiungere da solo, con tempo e lavoro, un ragionevole grado di omogeneità sociale. Da tutto il mondo, da luoghi diversi, milioni e milioni di euro e di dollari si stanno riversando su Haiti. I rifornimenti sono arrivati in un’isola in cui mancava tutto, o perché perso nel terremoto, o perché non c’è mai stato. Come per un intervento di una divinità particolare, i quartieri ricchi, in confronto con il resto della città di Port-au-Prince, sono stati poco colpiti dal sisma. Si dice, e a giudicare da quello che è successo a Haiti ci pare certo, che i disegni di Dio siano imperscrutabili. A Lisbona le preghiere dei fedeli non hanno potuto impedire che i tetti e le mura delle chiese gli cadessero addosso schiacciandoli. A Haiti neanche la semplice gratitudine per aver avuto salva la vita e i beni senza aver fatto nulla per meritarlo, ha mosso i cuori dei ricchi verso la disgrazia di milioni di uomini e donne che non possono neanche fregiarsi del termine di compatrioti perchè appartenenti al più infimo dei livelli della scala sociale, ai non-esseri, ai vivi che sono sempre stati morti perchè la vita piena gli è stata negata, schiavi erano dei padroni, schiavi sono delle necessità. Il cuore del ricco è la chiave della sua cassaforte.

Ci saranno altri terremoti, altre inondazioni, altre catastrofi di quelle che chiamiamo naturali. Abbiamo il riscaldamento globale con le sue siccità e le sue inondazioni, le emissioni di CO2 che solo perchè obbligati dall’opinione pubblica i governi si rassegneranno a ridurre, e forse è già all’orizzonte qualcosa a cui sembra nessuno voglia pensare, la possibilità di una coincidenza di fenomeni causati dal riscaldamento con l’avvicinarsi di una nuova era glaciale che coprirebbe di ghiaccio mezza Europa e che adesso starebbe dando i primi e ancora benigni segnali. Non succederà domani, possiamo vivere e morire tranquilli. Ma, lo dice chi sa, le sette ere glaciali attraveso cui il pianeta è passato fino a oggi non sono state le uniche, ce ne saranno altre. Nel frattempo, guardiamo verso Haiti e verso le altre mille Haiti che esistono al mondo, non solo quelli che sono praticamente seduti su instabili faglie tettoniche per cui non c’è una soluzione possibile, ma anche verso quelli che vivono sul filo del rasoio della fame, della mancanza di assistenza sanitaria, dell’assenza di una istruzione pubblica soddisfacente, dove i fattori propizi allo sviluppo sono praticamente nulli e i conflitti armati, le guerre tra etnie separate da differenze religiose o da rancori storici la cui origine ha finito per essere dimenticata in molti casi, ma che gli interessi odierni si ostinano ad alimentare. L’antico colonialismo non è scomparso, si è moltiplicato in diverse varianti locali, e non sono pochi i casi in cui i suoi eredi immediati sono state le stese elite locali, vecchi guerriglieri trasformati in nuovi esploratori del loro popolo, la stessa ingordigia, la crudeltà di sempre. Sono queste le Haiti che vanno salvate. C’è chi dice che la crisi economica sia venuta a correggere la traiettoria suicida dell’umanità. Non sono molto sicuro di questo, ma almeno che la lezione di Haiti possa servire a tutti noi. I morti di Port-au-Prince sono andati a far compagnia ai morti di Lisbona. Non possiamo fare più nulla per loro. Adesso, come sempre, il nostro dovere è di prenderci cura dei vivi.

J.S.

da: http://quadernodisaramago.wordpress.com/

Per info su Haiti: http://associazionecoloresperanza.wordpress.com/

mercoledì 10 febbraio 2010

Balene

"Erano li da tempo immemorabile, molto prima che i romani battezzassero Costa Ballaenae le rive del golfo di Genova o Portus Delphini quello che secoli dopo avremmo chiamato Portofino. Erano li, nel Mediterraneo, e alimentavano fantasie e destavano ammirazione ricordando i limiti dell'esistenza umana e ispirando leggende come quella del Leviatano, o semplicemente dicendo che nella vita c'è posto per tutti."
L.Sepulveda, Le rose di Atacama

lunedì 8 febbraio 2010

Mafia

Non scrivo questo post per particolari problemi, riporto solo un passaggio di un libro che ho appena letto, che forse è la descrizione più chiara di tutto questo:
"...storia del medico di un carcere siciliano che si era messo in testa, giustamente, di togliere ai detenuti mafiosi il privilegio di risiedere in infermeria: c'erano nel carcere molti malati, ed alcuni addirittura tubercolitici, che stavano nelle celle e nelle camerate comuni; mentre i caporioni, sanissimi, occupavano l'infermeria per godere di un trattamento migliore. Il medico ordinò che tornassero ai reparti comuni, e che i malati venissero in infermeria. Nè gli agenti nè il direttore diedero seguito alla disposizione del medico. Il medico scrisse allora al ministero. E così, una notte fu chiamato dal carcere, gli dissero che un detenuto aveva urgente bisogno del medico. Il medico andò. Ad un certo punto si trovò, dentro il carcere, solo in mezzo ai detenuti: i caporioni lo picchiarono, accuratamente con giudizio. Le guardie non si accorsero di niente. Il medico denunciò l'aggressione al procuratore della repubblica, al ministero. I caporioni, non tutti, furono trasferiti ad altro carcere. Il medico fu dal ministero esonerato dal suo compito: visto che il suo zelo aveva dato luogo ad incidenti. Poiché militava in un partito di sinistra, si rivolse ai compagni di partito per averne appoggio: gli risposero che era meglio lasciar correre. Non riuscendo ad ottenere soddisfazione dell'offesa ricevuta, si rivolse allora a un capomafia: che gli desse la soddisfazione, almeno, di far picchiare, nel carcere dove era stato trasferito, uno di coloro che lo avevano picchiato. Ebbe poi assicurazione che il colpevole era stato picchiato a dovere."
Il giorno della civetta. Fin qui il miglior romanzo sulla mafia, meglio anche di Gomorra.